OPERE
BIOGRAFIA
di Antonio Ferraboschi
tratto dal sito ufficiale http://www.cesarezavattini.it/index.jsp
Cesare Zavattini nasce a Luzzara, in provincia di Reggio Emilia, il 20 settembre 1902.
Primogenito di cinque figli, i genitori gestiscono nel comune rivierasco
del Po un caffè-albergo di loro proprietà. Completata la scuola
elementare prosegue il percorso scolastico a Bergamo, ospite da parenti,
dove inizia gli studi ginnasiali; nel 1917 si trasferisce a Roma al
seguito dei genitori e quindi ad Alatri (Frosinone) dove consegue la
licenza liceale. Rientrato a Luzzara nel primo dopoguerra si iscrive
alla facoltà di Legge a Parma nel 1921 per poi entrare come istitutore
nel Convitto Maria Luigia di Parma. Nel frattempo si unisce con Olga
Berni di Luzzara che sposa nel 1932. Nel 1929 svolge il servizio
militare a Firenze dove entra in contatto con gli ambienti della rivista
letteraria “Solaria”.
In quegli stessi anni Zavattini comincia a maturare quelle peculiari
doti creative destinate ad animare uno dei più straordinari percorsi
artistici e culturali dell’Italia del Novecento. Intellettuale
poliedrico, Zavattini si caratterizza per la padronanza di diversi
linguaggi (scrittura, cinema, poesia, fumetti, pittura, teatro)
associata ad una spiccata attitudine al rinnovamento e alla
sperimentazione nelle diverse forme espressive. Iniziata a Parma nel
1926 la carriera letteraria, nel 1931 pubblica il suo primo volume Parliamo tanto di me che riscuote un grande successo. Prosegue con I poveri sono matti (1937), Io sono il diavolo (1941), Totò il buono (1943) e, tra gli altri, Straparole (1967), Non libro più disco (1970), La Notte che ho dato uno schiaffo a Mussolini (1976), nonché i tre libri di cinema del 1979: Diario cinematografico, Neorealismo ecc. e Basta coi soggetti.
La passione per la scrittura lo porta negli anni a confrontarsi anche
con la poesia; nel 1967 pubblica un ritratto in versi liberi del grande
pittore naïf Antonio Ligabue mentre nel 1973 dà alle stampe il libro di
poesie in dialetto, Stricarm’ in d’na parola (Stringermi in una parola) definito da Pasolini un «libro bello in assoluto».
Fin dal 1930 Zavattini svolge un’intensa attività editoriale a Milano
dapprima presso Rizzoli e successivamente alla Mondadori dove è assunto
in qualità di direttore editoriale dei periodici. Nello stesso anno
inizia a occuparsi di soggetti per giornalini a fumetti. A partire dal
1936 dà vita a Saturno contro la Terra (1936-1937), primo
fumetto italiano di fantascienza, i cui episodi varcano ben presto i
confini nazionali. Seguono poi fumetti a contenuto sociale come Zorro della metropoli (1937-1938), La primula rossa del Risorgimento (1938-1939) e La compagnia dei sette (1938; 1946).
In campo giornalistico, dopo le prime esperienze alla “Gazzetta di
Parma” e in altre riviste come “L’Illustrazione”, “Solaria”, “Il
Tevere”, all’inizio degli anni trenta scrive su “Piccola”, “Novella”,
“Secolo illustrato”, “Cinema illustrazione” e, dal 1937, collabora al
“Marc’ Aurelio”. Nello stesso anno progetta “Il giornale delle
meraviglie” (1937-1939). Sempre nel ’37 assume la direzione del
quindicinale “Le grandi firme” per trasformarlo con successo in un
settimanale moderno e spregiudicato, soppresso dalla censura fascista
nel 1938. Vara poi un altro periodico “Il Milione” e nel maggio del 1938
assume la direzione, con Achille Campanile, del settimanale umoristico
“Il Settebello”. L’attività giornalistica sarebbe proseguita anche nel
dopoguerra.
Nel frattempo dal 1935, ma specialmente dopo il 1940 quando si
trasferisce a Roma, Zavattini si dedica con assiduità al cinema.
Soggettista e sceneggiatore, Zavattini dà un contributo fondamentale
alla cinematografia del suo tempo. Con Vittorio De Sica instaura un
fecondo sodalizio professionale che porta sugli schermi capolavori del
neorealismo cinematografico come Sciuscià (1946), Ladri di biciclette (1948), Miracolo a Milano (1951) e Umberto D. (1952). L’avventura cinematografica di Zavattini si chiude nel 1982 con La veritàaaa, la prima ed unica opera in cui Zavattini figura, oltre che soggettista e sceneggiatore, anche come regista e attore.
La creatività zavattiniana si esprime poi anche nelle vesti di autore
teatrale: nel 1959 scrive la commedia Come nasce un soggetto
cinematografico, messa in scena al teatro “La Fenice” di Venezia.
Tra i molteplici riconoscimenti conseguiti, oltre ai due premi Oscar nel
1947 e nel 1949, si segnalano nel 1955 il Premio mondiale per la Pace e
nel 1977 il “Writers Guild of America Medaillon”, premio
dell’Associazione Scrittori di cinema americani, un’onorificenza
concessa in precedenza solo a Charlie Chaplin.
Cesare Zavattini muore a Roma il 13 ottobre 1989. È sepolto nella sua Luzzara.